Il Counseling individuale in menopausa – Rubrica Counseling Menopausa 2/2

 

Counseling individuale in menopausa

 

L’incontro tra il professionista sanitario e la donna in climaterio va prima di tutto considerato un incontro tra due adulti nel contesto di una relazione calibrata sul rispecchiamento empatico.

 

Lo scopo del counseling è quello di far pervenire il soggetto ad una maggiore indipendenza e integrazione e rimuovere gli ostacoli perché  pervenga ad una crescita, perché possa autonomamente e consapevolmente affrontare i problemi. Sa che il proprio lavoro va a incidere su un nodo cruciale dell’esistenza della donna in rapporto alla società nel suo insieme.

 

Rogers sottolinea l’importanza e delinea una tecnica per condurre i colloqui dove il soggetto possa esprimere liberamente gli atteggiamenti emotivi. Il colloquio è finalizzato a far sì che l’individuo modifichi la percezione di sé stesso e delle proprie risorse per far fronte alle difficoltà autonomamente; il colloquio non assume connotazioni direttive ma empatiche.

 

Nell’incontro a due, sia la donna che il Counselor portano i propri vissuti, i pregiudizi legati all’identità di genere e tutto ciò che riguarda nell’ inconscio personale e collettivo tutto ciò che riguarda il climaterio.

 

L’incontro dovrebbe essere visto come uno scambio di sapere: infatti ogni donna che parla della propria menopausa dice qualcosa di nuovo che si differenzia a seconda della propria cultura di appartenenza, del proprio modo di sentire e di essere al mondo.

 

Qual’è il ruolo del Counselor?

 

Ruolo del Counselor è favorire l’integrazione tra ciò che sta accadendo su tutti i livelli, corporeo-emozionale-cognitivo, per costruire una nuova immagine di sé.

 

Perché ciò sia possibile occorre che il Counselor abbia già acquisito, attraverso un percorso di formazione personale, la consapevolezza delle proprie dinamiche interne riguardo agli argomenti che fanno parte dei grandi temi della vita.

 

Dalla Psicoanalisi in poi non è più possibile pensare di eludere il ruolo del transfert nella relazione medico paziente che, grazie alla Psicologia Umanistica, si è arricchita  del ruolo del controtransfert quale risposta del terapeuta, a sua volta coinvolto nella relazione con le sue proiezioni di cui è importante sia consapevole nella conduzione seduta.

 

Può capitare infatti al Counselor di provare imbarazzo di fronte alla tonalità emotiva con cui si esprime la paziente. In questo caso, in particolare se il Counselor è un Medico, è importante che egli, pur se empatico, non ne enfatizzi i sintomi emotivi rinviandola intempestivamente all’uso di psicofarmaci.

 

Se il Counselor è donna bisogna inoltre ponga attenzione, nell’entrare in risonanza emotiva, a non identificarsi con la paziente (una ricerca condotta al Massachussetts General Hospital riferisce che i medici donna sono 19 volte più propensi a prescrivere la terapia ormonale rispetto ai colleghi uomini).

 

E’ importante infine esplorare lo scenario famigliare della donna e la relazione di coppia, il rapporto coi genitori e coi figli; nel corso delle sedute è infatti consueto trovarsi di fronte a crisi coniugali, conflitti coi figli ormai adulti, lutti non elaborati a causa del decesso dei genitori, dinamiche derivanti da  sentimenti contrastanti un seguito all’accudimento di famigliari anziani e malati.

 

Continua a leggere la Rubrica “Counseling Menopausa”

 

Parte 3 – Il Counseling di gruppo in menopausa

Parte 4 – Il lavoro corporeo

Parte 5 – Conclusioni

Parte 1 – Il Counseling nella Clinica della Menopausa