Il trattamento multidisciplinare integrato della Vulvodinia – 2/1

Scopri il trattamento multidisciplinare integrato della Vulvodinia.

È assai frequente, nella storia delle donne che soffrono di vulvodinia, imbattersi in trascorsi problematici focalizzati sulla zona genitale: da semplici traumi accidentali in età infantile o puberale fino a storie di molestie sessuali o di abuso, magari in ambito familiare.

 

Sono altresì frequenti precedenti di anoressia/bulimia o sindromi ansioso/depressive caratterizzate da una percezione del proprio corpo vissuta problematicamente, con il relativo corteo di fobie e conflitti col proprio femminile con ripercussioni negative nella vita sessuale e relazionale.

 

Più che per altre patologie, nella vulvodinia si manifesta la coesistenza di intensi vissuti emotivi con importanti evidenze anatomiche e funzionali.

 

Per la cura di questa malattia è quindi fondamentale un approccio multidisciplinare che coniughi e integri l’uso dei classici presidi medici (e oggi anche chirurgici, come vedremo) con una attenzione tutta particolare alla sfera emotiva.

 

Quando una paziente che soffre di vulvodinia si presenta al mio Ambulatorio, è mia premura accoglierne non già il solo sintomo ”dolore vulvare”, bensì anche tutta la profonda sofferenza in cui versa quale femmina, sul piano intimo, e quale donna, sul piano relazionale.

 

Ciò mi è possibile col Rispecchiamento Empatico, grazie all’attivazione di tutti i canali, anche e soprattutto di quelli non verbali, della comunicazione.

 

Così compio generalmente il primo passo, indispensabile questo a stabilire un rapporto di fiducia con una persona spesso resa diffidente da molti fallimenti terapeutici.

 

Quindi, il mio personale intervento declina nelle normali competenze ginecologiche quelle tecniche psico-corporee proprie del Counseling I.B.P. (Integrate Body Psicotherapy) che trae il meglio da Sessuologia Comportamentale, Bioenergetica, PNL, Gestalt e Costellazioni Famigliari.

 

Dopo un inquadramento per grandi tratti del problema con un’anamnesi generale e ginecologica, con l’indagine circa eventuali patologie associate e le interferenze con la vita sessuale, passo all’analisi del quadro clinico più specifico e alla elaborazione delle strategie per affrontarne le varie sfaccettature.

 

Successivamente analizzo lo scenario familiare della paziente ovvero i suoi rapporti con i genitori, le influenze religiose, il clima e le norme nella famiglia di origine riguardo all’attenzione rivolta al corpo e alla sessualità, con i riflessi di tutto ciò sull’infanzia e sull’adolescenza della paziente e sulla sua vita da adulta.

 

Molte informazioni al riguardo ci provengono dall’anamnesi relativa alle prime mestruazioni, o al primo rapporto sessuale completo.

 

Ma la coscienza del coinvolgimento corporeo ed emotivo, in una parola del vissuto della sessualità, viene avvicinata con gli esercizi specifici.

 

Questi, insieme ai noti esercizi di Kegel per rilassare i muscoli del perineo e al fine di incrementare la consapevolezza psico-corporea, consistono di un basculamento in senso antero-posteriore, più o meno ampio, del bacino associato all’uso contemporaneo e cosciente delle “quattro chiavi”: attenzione, movimento, suono e respiro, in modo da sciogliere le tensioni di un perineo generalmente contratto e di modificare il corso dei pensieri e delle emozioni coinvolti nell’uso della zona genitale, cronicamente contratta.

 

Tali esercizi, dapprima insegnati e praticati sul lettino ginecologico, potranno quindi essere replicati al domicilio e rientrare nel novero delle prescrizioni per tutta la durata della terapia.

 

Si sono inoltre rivelati quale ottimo campo di comunicazione e scambio tra la paziente e il suo medico, particolarmente per quanto attiene ai vissuti psico-corporei della sfera genitale e una buona relazione medico-paziente è il presupposto per il successo terapeutico.

 

Nella mia personale esperienza ho potuto verificare come l’associazione di queste tecniche con strategie igienico- comportamentali oltre alle tradizionali terapie farmacologiche con l’uso di antidepressivi triciclici (e quelli di nuova generazione come gli srri e similari?) conduca a un netto miglioramento nello stato di benessere della paziente e della sua vita sessuale.

 

A questo punto, ottenuta una stabilizzazione dei sintomi, il ricorso a infiltrazioni con cellule staminali da adipociti a gel piastrinico autologhi diventa l’elelmento risolutivo, soprattutto nella cura della vestibulodinia associata a dispareunia.

 

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Parte 2 – La terapia della Vulvodinia